Le capacità sensopercettive nel rugby: la discriminazione visiva

Dicembre 18, 2020 0 Di Nadia Fagiolo

Il rugby è uno sport di situazione, che immerge i giocatori in un ambiente ricco di stimoli di diverso tipo e li pone continuamente di fronte a problemi da risolvere.

La risoluzione deve avvenire nel minor tempo possibile e le risposte motorie fornite devono essere efficaci.

È importante perciò, per un giocatore di rugby, acquisire tutte le informazioni che possono essere utili per arrivare a elaborare azioni adeguate alle specifiche situazioni in campo.

Le Capacità sensopercettive sono proprio quelle capacità che ci permettono di recepire informazioni sia  dall’ambiente esterno, sia dall’interno del nostro corpo.

Queste capacità consentono di costruire la consapevolezza del corpo stesso, dell’ambiente circostante, dello spazio e del tempo.

In un gioco come il rugby, esse sono coinvolte in maniera consistente, poiché il flusso di stimoli e informazioni che arriva ad ogni singolo giocatore è notevole.

Le capacità sensopercettive sono legate all’attività svolta dagli organi di senso, definiti analizzatori.

Individuiamo quindi:

– discriminazione visiva;

– discriminazione uditiva;

– discriminazione tattile;

– discriminazione vestibolare;

– discriminazione cinestesica.

Nel gioco del rugby, queste capacità sono usate per lo più in combinazione tra di loro, ma in questo e nei prossimi articoli saranno prese in considerazione in maniera separata per comprendere meglio le loro funzioni.

La discriminazione visiva

Riguarda l’attività svolta dall’analizzatore visivo (la vista).

Consiste nell’acquisizione di informazioni che riguardano tutte le caratteristiche che possono essere colte con gli occhi, dalle più semplici (forme, colori, luce, ombra…) alle più complesse (dimensioni, profondità, distanza, movimento di oggetti o persone nel campo visivo, valutazione degli spazi e delle velocità…).

Come interviene questa capacità nel rugby?

La discriminazione visiva è importante, ad esempio, nell’acquisizione di informazioni relative alla propria posizione in campo, allo schieramento dei compagni e degli avversari, alla valutazione della traiettoria, della velocità e della distanza del pallone, all’acquisizione di informazioni relative alla postura dell’avversario per evadere da un tentativo di placcaggio, o per anticiparne un movimento, per rilevare la presenza di un compagno a sostegno, la sua posizione, la sua distanza…

La lista può diventare ovviamente molto più lunga e includere abilità anche molto complesse.

L’analizzatore visivo svolge inoltre un ruolo importantissimo nell’apprendimento motorio che, soprattutto nelle fasi iniziali, si avvale molto dell’imitazione di movimenti osservati.

L’analizzatore visivo, opportunamente allenato, può diventare un mezzo sofisticato per acquisire informazioni in maniera proattiva e anticipare le azioni degli avversari, cogliendo alcuni “indizi” dalla scena circostante.  

Maro Itoje ne descrive un esempio in questo video, in riferimento alla rimessa laterale:

Come sviluppare le capacità sensopercettive?

In generale, attraverso tutte quelle attività che ne richiedono l’impiego, in forma singola o combinata.

Soprattutto con i giocatori più piccoli, l’allenatore/educatore non dovrebbe limitarsi a proporre attività esclusivamente inerenti il rugby, ma può e dovrebbe pensare per obiettivi, cercando varie strade per raggiungerli, anche esercitando la propria creatività, avendo però sempre ben chiaro “dove vuole arrivare”.

Nel caso delle capacità sensopercettive, sarà necessario proporre attività che comportano in maniera prevalente l’utilizzo di uno o più analizzatori (quelli che si intende stimolare) ai fini della riuscita dell’attività stessa.

Ricordiamo che i bambini in categoria Under 6  si trovano nella fase sensibile per lo sviluppo delle capacità sensopercettive, per cui non lasciamoci sfuggire l’opportunità di stimolarle adeguatamente!

Come sviluppare la discriminazione visiva, nel rugby di base?

Proponendo attività basate su:

  • riconoscimento di caratteristiche (forme, colori, dimensioni, …);
  • imitazione di movimenti osservati;
  • osservazione di traiettorie e spostamenti (della palla, dei compagni, …);
  • osservazione di posture e posizionamenti in campo;
  • osservazione di dettagli;
  • utilizzo della visione periferica.

È sempre preferibile proporre le attività in forma ludica, per far leva sulla motivazione rappresentata dal divertimento.

Un esempio

Propongo in allegato un’attività basilare, adatta per la categoria Under 6 (ma anche per le successive, con le opportune modifiche).

Il contenuto si presta a numerose varianti, che l’allenatore/educatore potrà facilmente introdurre, adattandole progressivamente sempre di più alle esigenze del gioco del rugby, aggiungendo attività con la palla, percorsi, attività in coppia, ecc.

Esercitiamo la nostra creatività, avendo però chiaro l’obiettivo da raggiungere.

Quali varianti e/o aggiunte possiamo trovare?

Il file è scaricabile cliccando sul pulsante di download sottostante.

Buon lavoro!