Un’idea di attività per la ripresa degli allenamenti nel rugby di base: “Tris sul campo”.

Maggio 31, 2020 2 Di Nadia Fagiolo

La pandemia da Covid-19 ha fermato le attività sportive di gruppo per molte settimane. 

Da pochi giorni le società sportive hanno la possibilità di riprendere gli allenamenti, con stretta osservanza dei protocolli di prevenzione del contagio, e anche il rugby di base può tornare in campo.

Gli allenatori si trovano, inevitabilmente, a dover riesaminare i contenuti delle loro sessioni, nonché le metodologie, gli spazi, le attrezzature utilizzate.

La necessità di rispettare i protocolli di sicurezza per la ripresa degli allenamenti non rende possibile effettuare molti dei giochi e delle attività che venivano praticati prima della pandemia.

In molti casi sarà necessario quindi rivedere la propria “cassetta degli attrezzi”: gli strumenti e i  contenuti che avevamo programmato prima che la pandemia causasse la sospensione delle attività sportive.

Anche per i bambini e i ragazzi, la ripresa appare certamente un po’ bizzarra: da un lato c’è la gioia di potersi nuovamente recare al campo, incontrare i compagni di squadra e l’allenatore, dall’altro l’obbligo di dover mantenere da loro le corrette distanze.

In uno sport come il rugby, che vive di contatto fisico e di stretta vicinanza, sia tra compagni, sia tra avversari, la necessità di distanziarsi snatura il gioco stesso.

Anzi, di certo lo stravolge.

Anche il passaggio del pallone non è consentito, per evitare contagi.

Ma anziché concentrarsi su ciò che non si può fare, il che è sempre frustrante, guardiamo a ciò che invece si può realizzare in sicurezza.

Il rugby insegna ad avanzare sempre, nonostante le difficoltà.

Approfittiamo dell’impossibilità di usare il pallone in maniera collettiva per far sperimentare ai bambini e ai ragazzi anche nuovi attrezzi, magari anche insoliti, per porli di fronte a nuove richieste motorie e cognitive.

In altre parole, approfittiamo di questo momento per porre il loro cervello (e il nostro!) di fronte a nuove questioni da risolvere e stimoliamo le loro funzioni esecutive (di cui parlerò in un altro post) proponendo loro anche attività diverse da ciò che erano abituati a fare, attività apparentemente avulse dal rugby, ma che rappresentano in realtà una solida base sulla quale costruire future abilità sportive… e non solo!

L’obbligo di rispettare le distanze interpersonali fa sì che ogni appuntamento sul campo possa facilmente rischiare di diventare un allenamento totalmente individuale, svolto da tutti sullo stesso rettangolo d’erba, ma ognuno nel proprio “spazio personale”.

L’interazione con gli altri, che rappresenta l’aspetto più motivante per i giocatori,soprattutto per quelli più giovani, è necessariamente molto limitata e questo rappresenta, per uno sport di squadra, uno degli aspetti da tenere maggiormente in considerazione.

L’allenatore può però attuare delle scelte che consentano di creare situazioni in cui la relazione con l’altro nel gioco sia mantenuta, rispettando contemporaneamente le norme di sicurezza.

Le situazioni di gioco insieme agli altri sono molto importanti sotto molteplici punti di vista: sociale, motorio, cognitivo, affettivo.

La partecipazione dell’altro, non solo come presenza fisica, ma come fonte di stimoli, determina nei bambini e nei ragazzi un forte coinvolgimento non solo emotivo, ma anche relativo alla capacità di problem solving, associata agli aspetti altamente motivanti della relazione con i coetanei e del divertimento.

Dopo aver preso visione del protocollo per la ripresa degli allenamenti in sicurezza, emanato dalla Federazione Italiana Rugby, una delle attività che si possono inserire tra i contenuti per il rugby di base è il “Tris sul campo“.

Questo gioco può essere proposto ai bambini a partire dai 5 anni, ma si rivela valido e stimolante anche per le fasce di età superiori.

Si può adattare alle esigenze delle varie età, dimensioni del gruppo e livelli di sviluppo motorio e può essere realizzato con materiali molto economici e di facile reperibilità, rispettando indicazioni fondamentali, quali:

  • le distanze interpersonali di sicurezza (secondo il protocollo FIR, “la distanza interpersonale minima laterale tra due atleti deve essere non inferiore a 2 metri. Laddove si eseguano esercizi di corsa con atleti in scia [che corrono uno dietro l’altro], la distanza interpersonale minima tra ogni singolo componente deve essere non inferiore ai 10 metri”);
  • l’utilizzo di materiali che vengono manipolati sempre da un solo bambino/ragazzo, personali, lavabili e sanificabili;
  • l’evitamento della “scia” che si crea muovendosi in fila.

È necessario ricordare sempre che il distanziamento interpersonale deve essere proporzionale all’intensità dello sforzo fisico compiuto, che modula l’entità dell’emissione dei droplets, le goccioline emesse respirando.

L’attività “Tris sul campo” è scaricabile qui sotto.